mercoledì 21 marzo 2007

Prova: Google Docs and Spreadsheets



Google permette di scrivere documenti e fogli di calcolo senza installare nulla



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Google ha da poco presentato la nuova versione di Google Docs and Spreadsheets, o Google Documenti e Fogli Lavoro, disponibile sia in forma gratuita, sia in edizione a pagamento (Premier Edition).

Si tratta di un'area del sito di Google che si comporta come una versione semplificata di una suite di applicazioni d'ufficio: un "programma" di scrittura, uno per la generazione di spreadsheet (fogli di calcolo), un calendario e un "programma" per la gestione della posta (Gmail) che include una funzione di chat.

A queste "applicazioni" di base si affiancano una gestione delle foto e un editor di pagine Web, tutti accessibili da qualsiasi browser compatibile (Internet Explorer 6 e successivi, Firefox, Mozilla, Netscape), senza dover installare assolutamente nulla sul proprio computer. In pratica, si fa a meno di Microsoft Office o OpenOffice.org, perlomeno per la realizzazione dei documenti più semplici.

Questo è un bonus non indifferente per chi lavora in ambienti nei quali è vietato installare software (come per esempio alla RTSI, dove mi trovo a fare ogni martedì un programma sull'informatica usando computer sui quali non posso installare nulla, per cui le prove le faccio sui miei computer personali) e per chi si sposta frequentemente da un computer a un altro.

I documenti creati con GD&S, infatti, vengono conservati sui computer di Google in aree protette da password e sono accessibili da qualsiasi computer collegato a Internet. E' possibile comunque salvarli localmente (per esempio sul proprio computer), esportandoli nei formati più comuni (Word, OpenDocument, PDF, RTF, HTML per i testi; CSV, OpenDocument, PDF e XLS per i fogli di calcolo). Viceversa, i documenti creati localmente sul proprio computer possono essere inviati a GD&S: i formati supportati sono OpenDocument, XLS e CSV per gli spreadsheet; Word, RTF, OpenDocument e OpenOffice/Staroffice per i testi.

L'accesso via Web ai documenti ha un'altra funzione estremamente comoda: la collaborazione. GD&S permette infatti a più utenti di scrivere e modificare contemporaneamente lo stesso documento. Questo è estremamente comodo per i gruppi di lavoro situati in luoghi geograficamente distinti che devono condividere e collaborare alla stesura di documenti e si scontrano sempre con il problema della gestione delle modifiche coordinate.

Le applicazioni, disponibili anche in versione italiana, sono spartane ma sufficienti per l'uso comune e non risentono di particolari lentezze, salvo nel caricamento iniziale. Per contro, c'è l'ovvio limite di qualsiasi soluzione gestita via Internet: se non c'è collegamento alla Rete, non c'è alcun modo di accedere ai propri dati (a parte le copie locali, che è comunque saggio fare periodicamente).

Una delle critiche più frequenti a GD&S e ad altre applicazioni via Web, che fanno parte delle nuove tendenze del software, è la relativa mancanza di sicurezza. Per prima cosa, l'accesso ai dati è sì protetto da password, ma la password è quella dell'account Google, e normalmente l'utente ha sempre l'account già aperto: di conseguenza, chiunque abbia accesso fisico al computer dell'utente può approfittarne per fare danni, perché si trova tutto già spalancato.

L'accesso ai dati, inoltre, avviene tramite una connessione non cifrata (anche se si può usare HTTPS per i documenti di testo), e questo espone al rischio d'intercettazione.

C'è poi un'altra considerazione di sicurezza: i dati sono in mano a Google. E man mano che Google estende la gamma dei propri servizi, accumula sempre più dati. Gli affidiamo la posta, i documenti, magari il calendario degli appuntamenti... una messe di dati che farebbe gola a qualsiasi governo animato da ambizioni di sorveglianza non proprio legittime. In molti casi, le normative sulla sicurezza posso addirittura vietare la conservazione dei documenti elettronici presso terzi. Queste sono obiezioni che potrebbero essere risolte da una versione "locale" di GD&S: un server o una appliance da acquistare e sul quale conservare tutti i dati, accessibili da qualsiasi computer della rete locale.

Le differenze fra la versione gratuita e quella a pagamento non sono molte in termini di funzioni software: per 50 dollari l'anno per ciascun account, gli utenti di GD&S Premier Edition hanno diritto a 10 GB di spazio per i documenti contro i 2 GB della versione gratuita, e hanno inoltre le API per interfacciarsi con i sistemi informatici aziendali e il diritto all'assistenza tecnica.

Uno dei bonus di queste applicazioni via Web è l'eliminazione di due grandi problemi di chi usa i computer, specialmente nelle piccole e medie imprese: la necessità di aggiornare periodicamente il parco macchine per supportare l'ennesima versione elefantiaca del sistema operativo e della suite per ufficio prediletta e il backup sistematico e sicuro (in luogo geograficamente distinto) dei documenti generati.

Considerata la scarsissima attenzione rivolta dalla maggior parte degli utenti al problema del backup dei dati, è probabile che i documenti siano molto più al sicuro nelle mani di Google che in quelle degli utenti.

venerdì 16 marzo 2007

Il lavoro nobilita? No, debilita


http://careerbuilder.com/age-o-matic/


Il lavoro nobilita l'uomo, dice un vecchio aforisma. Ma in realtà spesso lo debilita, come precisano recenti studi, che hanno dimostrato come lo stress accumulato nelle ore lavorative abbia effetti deleteri sulla salute.

A confermarlo è CareerBuilder.com, portale americano specializzato nella ricerca e nell’offerta di lavoro on line, che - forte dei suoi 23 milioni di visitatori unici - ha dato vita ad Age-o-Matic, un sito che si propone di creare un dibattito sul tema dell’insoddisfazione dei lavoratori. Facendo dell’ironia il proprio perno.

Di grande impatto il claim, “Il vostro lavoro vi sta uccidendo prima del tempo” e l’idea di base: dimostrare ai naviganti gli effetti del lavoro sull’aspetto fisico.

“Con Age-o-Matic - puntualizza Richard Castellini, vice president consumer marketing di CareerBuilder.com- vogliamo dimostrare come alla lunga, vivendo in un ambiente di lavoro poco stimolante e chiuso, ci si rovina l’esistenza. Meglio quindi cercare una nuova occupazione, più idonea alla propria personalità e ai propri interessi, che invecchiare per stress da ufficio”. E quale strumento migliore di un gioco online per stimolare l’attenzione dei lavoratori, alle prese con capi dispotici, colleghi invidiosi, clienti ottusi?

Di qui l'idea di Age-o-Matic, il cui utilizzo, estremamente semplice, si presta alla diffusione virale via e-mail.

Basta inserire una propria foto nello spazio riservato, scegliere un avatar, un proprio doppio, fra quelli proposti (tutti anziani), rispondere a tre domande sul proprio lavoro, aggiungere un commento e il gioco è fatto: il sito provvederà a combinare foto e avatar , riproducendo le fattezze di un uomo o di una donna consunti dalle troppe ore passate a lavorare.

L’immagine può essere inviata ad amici, colleghi e… al proprio capo, perché - suggeriscono i responsabili di CareerBuilder.com - si renda conto dello stress che infligge ai suoi dipendenti. “Puntare sul viral marketing e su messaggi divertenti, senza la pretesa di attirare consensi a ogni costo - dice ancora Castellini - è una scelta di comunicazione che finora ci ha dato ottimi riscontri. Gli utenti hanno la possibilità di giocare sugli aspetti meno piacevoli del lavoro e di scherzarci sopra. Le immagini diffuse via mail, hanno dato al nostro sito una straordinaria visibilità e una diffusione che non ci aspettavamo. In base alle nostre ricerche, un lavoratore su cinque ha pianificato di cambiare impiego entro la fine dell’anno. Queste persone per noi costituiscono un bacino d’utenza da conquistare con il sorriso beffardo e con le tecniche più innovative di marketing e comunicazione”.

Fonte www.tgfin.mediaset.it

giovedì 1 marzo 2007

Italia, no agli acquisti SIAE a marzo


Italia, no agli acquisti SIAE a marzo
Negli USA parte oggi l'annunciato boicottaggio dei prodotti RIAA che ora trova una sponda italiana: il Partito Pirata diffonde un appello a tutti affinché qualsiasi prodotto marchiato SIAE sia evitato come la peste per tutto il mese
Roma - C'è un solo modo per far valere le ragioni di chi vuole un altro diritto d'autore nell'era di Internet ed è quello di ferire chi difende lo status quo là dove più fa male: il portafogli. Con questo spirito si presenta un appello pubblico agli italiani diffuso dall'associazione Partito Pirata italiana, un appello per uno sciopero degli acquisti per l'intero mese di marzo.

L'idea è di sfruttare il momento favorevole: non solo negli Stati Uniti proprio oggi parte il mese del boicottaggio della musica diffusa dalle major statunitensi della RIAA ma non è mai stato così duro lo scontro anche qui da noi tra i sostenitori delle libertà digitali e l'ancien régime della produzione industriale.

L'associazione, si legge in una nota ripresa anche su GeekPlace, invita "ad astenersi dagli acquisti di brani musicali o filmati video protetti dalla SIAE per tutto il mese di Marzo".

"Le iniziative della SIAE per lo sfruttamento della cultura a beneficio degli editori piuttosto che degli autori - si legge nell'appello - devono essere ridimensionate. A sostegno di una sensibilizzazione politica sul problema, l'unico modo di farsi valere, come fruitori, è di toccare i detentori dei diritti, che sono ormai considerati dinastici, nel portafoglio. Per il mese di Marzo asteniamoci quindi dall'acquisto di qualsiasi brano audio/video protetto dalla SIAE".

E non si parla solo di supporti, come CD o DVD, ma anche di rappresentazioni teatrali: il PP invita a non pagare la porzione SIAE dei biglietti di quegli esercizi in cui si rappresentano opere di Pirandello o Deledda, il cui lavoro è ormai libero da royalty.

Un boicottaggio a tutto tondo con cui, questa la speranza del PP, si potrebbe dare l'avvio ad una (r)evolution. Secondo l'associazione infatti i consumatori italiani hanno solo da giovarsi di una iniziativa di questo tipo, "affinché si possa finalmente dibattere su una più equa ripartizione dei diritti e dei doveri di chi specula sulla cultura e di chi alla cultura ha diritto".