giovedì 1 marzo 2007

Italia, no agli acquisti SIAE a marzo


Italia, no agli acquisti SIAE a marzo
Negli USA parte oggi l'annunciato boicottaggio dei prodotti RIAA che ora trova una sponda italiana: il Partito Pirata diffonde un appello a tutti affinché qualsiasi prodotto marchiato SIAE sia evitato come la peste per tutto il mese
Roma - C'è un solo modo per far valere le ragioni di chi vuole un altro diritto d'autore nell'era di Internet ed è quello di ferire chi difende lo status quo là dove più fa male: il portafogli. Con questo spirito si presenta un appello pubblico agli italiani diffuso dall'associazione Partito Pirata italiana, un appello per uno sciopero degli acquisti per l'intero mese di marzo.

L'idea è di sfruttare il momento favorevole: non solo negli Stati Uniti proprio oggi parte il mese del boicottaggio della musica diffusa dalle major statunitensi della RIAA ma non è mai stato così duro lo scontro anche qui da noi tra i sostenitori delle libertà digitali e l'ancien régime della produzione industriale.

L'associazione, si legge in una nota ripresa anche su GeekPlace, invita "ad astenersi dagli acquisti di brani musicali o filmati video protetti dalla SIAE per tutto il mese di Marzo".

"Le iniziative della SIAE per lo sfruttamento della cultura a beneficio degli editori piuttosto che degli autori - si legge nell'appello - devono essere ridimensionate. A sostegno di una sensibilizzazione politica sul problema, l'unico modo di farsi valere, come fruitori, è di toccare i detentori dei diritti, che sono ormai considerati dinastici, nel portafoglio. Per il mese di Marzo asteniamoci quindi dall'acquisto di qualsiasi brano audio/video protetto dalla SIAE".

E non si parla solo di supporti, come CD o DVD, ma anche di rappresentazioni teatrali: il PP invita a non pagare la porzione SIAE dei biglietti di quegli esercizi in cui si rappresentano opere di Pirandello o Deledda, il cui lavoro è ormai libero da royalty.

Un boicottaggio a tutto tondo con cui, questa la speranza del PP, si potrebbe dare l'avvio ad una (r)evolution. Secondo l'associazione infatti i consumatori italiani hanno solo da giovarsi di una iniziativa di questo tipo, "affinché si possa finalmente dibattere su una più equa ripartizione dei diritti e dei doveri di chi specula sulla cultura e di chi alla cultura ha diritto".

Nessun commento: